Qualche tempo fa la Dottoressa Rossoni Equilibrio Donna mi ha chiesto di scrivere un contributo in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale.
Pubblichiamo oggi la prima parte, appuntamento a domani con la seconda.
“La vita non è facile ma a volte basta un complice e tutto è già più semplice”
Vasco Rossi
Che una psicoterapeuta apra questo approfondimento scrivendo quanto possa essere importante iniziare un viaggio dentro di sé appare un po’ scontato vero? Beh si, ma non posso fare altrimenti!
Paul Ekman, psicologo statunitense grande esperto di emozioni, afferma “Sappiamo così poco delle emozioni, eppure esse determinano le scelte e la qualità della nostra vita”. Le scelte e la qualità… roba di poco conto eh? Eppure, generalizzando, siamo socialmente spesso più propensi ad approfondire e ad occuparci di questioni pratiche, logistiche, di cose da imparare, conoscere o risolvere nel concreto, piuttosto che a prenderci un po’ di tempo per conoscerci se riteniamo di non averne necessità urgente.
*Conoscerci, non accettarci senza sapere esattamente chi stiamo accettando.*
Eh si, negli ultimi anni ahimè sempre più frequentemente, ci avviciniamo al nostro mondo interiore affidandoci ad una psicologia del positivo che spesso inneggia all’accettazione di sé in modo un po’ superficiale.
Ma, ripeto, chi stiamo accettando? Cosa conosciamo delle nostre emozioni? Dei nostri modi di reagire più istintivi? Quale vocabolario parla la nostra psiche? Ci siamo adattati a situazioni e relazioni che magari sì non creano grandi malesseri ma che nemmeno ci rendono sereni?
Riuscire a rendere in queste righe quanto possa essere importante approfondire tutto questo, prendersi cura della propria salute psicologica anche non necessariamente in presenza di un disturbo o di un malessere conclamato o insopportabile, non è cosa facile. Non è facile perché “sotto il pelo dell’acqua” corre ancora la convinzione che dallo psicologo debba andare solo chi manifesta squilibri importanti e patologici e che avviare un percorso, quindi, ci possa portare ad essere additati come “matti”.
Ma ringrazio tanto Arianna per la fiducia nel fatto che io potessi almeno provarci.
E allora via, iniziamo a districarci insieme nel mondo della salute psicologica.
COSA VUOL DIRE, DAL PUNTO DI VISTA PSICOLOGICO, ESSERE IN SALUTE?
Di certo non vuol dire non avere o non avere avuto problemi. Chi non incontra difficoltà, sofferenze, momenti di down nelle proprie giornate?
Non vuol dire nemmeno andare d’accordo con tutti, non sentire emozioni di rabbia o di tristezza.
Non vuol dire sorridere sempre e adattarsi a tutto.
E allora cosa vorrà mai dire?
Vuol dire riuscire a stare a galla nel migliore dei modi. Barcamenarsi nelle difficoltà conoscendo su quali delle nostre risorse fare affidamento in un momento e su quali in un altro momento, in modo flessibile. Vuol dire riconoscere come ci sentiamo sapendo dare un nome alla nostra emozione. Vuol dire tollerarla, ascoltarla e saperla vivere fino al suo esaurimento. Vuol dire ricordarci che anche quando “non possiamo dirigere il vento in cui ci troviamo possiamo orientare le nostre vele” (Seneca).
Insomma, un mix potentissimo di consapevolezza, capacità di auto-ascolto, fiducia nel proprio sentire e nella propria capacità di orientarsi.
Ma non finisce qui! Fare un viaggio dentro di sé vuol dire anche metterci faccia a faccia con ciò che di noi non ci piace, con ciò che di noi ci rema contro, ci sfugge di mano, complica le nostre relazioni. Con gli altri ma anche con noi stessi. E, credetemi, non è affermando tipo mantra che tutto questo non esiste e che basta sorridere che non esisterà davvero!
Capirete quindi come anche se non soffriamo di problematiche particolari, di panico o di altri disturbi invalidanti possa essere particolarmente arricchente compiere un grande viaggio dentro di noi. Quanto possa essere particolarmente importante staccarci per un po’ dall’influenza di un mondo fatto da immagini da cui siamo bombardati e che ci trascina sempre di più nelle vite degli altri (pensate alla forza dei social) che rischiamo di confrontare con le nostre uscendone con la sensazione di essere inadeguati.
E poi, aspetto non meno importante di tutti i precedenti, quanto corriamo tutti i giorni? Quanto sono frenetici i ritmi? Prenderci cura del nostro benessere emotivo può davvero essere la chiave di volta per innescare un movimento benefico a cascata in tutti i diversi ambiti della nostra vita: personale, di coppia, familiare, sociale.
Questo movimento non è affatto da sottovalutare, vi spiego un pochino meglio. Noi viviamo nelle relazioni, passate e attuali. Ne abbiamo bisogno e le ricerchiamo ma l’averne, magari anche tante, non è un valido indicatore della loro qualità. Anche senza cadere in legami patologici, talvolta abbiamo relazioni (di qualsiasi tipo esse siano) nelle quali ci impantaniamo, che abbiamo paura di perdere, in cui ci sentiamo vincolati da meccanismi di senso del dovere/senso di colpa, in cui, insomma, non stiamo così bene. Ma andiamo avanti e la vita procede.
Ecco, un buon percorso psicologico potrebbe aiutarci a capire come stiamo in quelle relazioni, perché non cerchiamo di mettere in movimento dei cambiamenti, come contribuiamo noi stessi al loro andamento.